Come arrivare a Mondeggi

  Venerdì:

10.00 – 12.00 accoglienza
12.30 – 14.30 pranzo condiviso
alleggeriamo la cucina portiamoci qualcosa dai nostri territori
16.00 – 20.00 plenaria (presto manderemo notizie più dettagliate oltre al domandone )
20.00 – 21.00 cena
21.00 – se vogliamo ancora plenaria o  altrimenti chiacchere e convivialità .

Sabato:

8.30 – 12.30 tavoli di lavoro (anche qua arriveranno notizie dettagliate in seguito)
12.30 – 14.00 pranzo
14.00 – 17.00 tavoli tecnici.
17.30 – corteo e fiaccolata con interventi musica in piazza finchè ce n’è

 Domenica:

dalle 10.00 mercato a Firenze!

 

Ecco la lista dei… TAVOLI TEMATICI:

COMUNICAZIONE

Referenti: Agnese

Il nostro movimento, composto da nodi distanti tra loro, necessita di una comunicazione interna funzionale a rafforzare, creare legami e divulgare informazioni. Allo stesso tempo riveste un ruolo altrettanto importante nella comunicazione volta verso l’esterno, verso chi è desideroso di approcciarsi al movimento.
Per questo semestre ci proponiamo:
– La creazione di un gruppo di persone competenti in materia di comunicazione che si prenda cura delle principali piattaforme di comunicazione della rete, a cominciare dalle integrazioni e migliorie del sito.
– L’importanza del tavolo comunicazione in quanto mezzo di prolungamento e divulgazione degli altri tavoli: formazione, mutuo aiuto, ecologia…
– Valutazione della proposta di finanziamento di una borsa di studio destinata alla creazione di progetti creativi-artistici-comunicativi.

CUCINE IN MOVIMENTO

In autogestione

 

ECOLOGIA E AUTONOMIE

Contadine e contadini per un movimento ecologista
Referente:Andrea

Con queste poche righe proponiamo un nuovo tavolo dentro al nazionale di GC. Un tavolo germinale, sperimentale, il cui obiettivo principale consista nel discutere un’ipotesi di lavoro politico che abbia al centro il tema dell’ecologia. Nel corso degli ultimi anni la consapevolezza della crisi ecologica va crescendo su scala globale. Mentre tale consapevolezza attraversa tanto il mondo accademico quanto le sfere dell’arte e qualche volta del giornalismo, i contorni di un movimento ecologista fanno, almeno alle nostre latitudini, fatica ad emergere. Al contempo se guardiamo agli ultimi dieci anni in Italia possiamo vedere come i movimenti sui beni comuni e le esperienze di usi civici e collettivi, contro inceneritori e grandi opere, per la difesa del suolo e contro le nocività non abbiano mai smesso di proliferare. La mappa dei conflitti ambientali e delle esperienze di autogestione dei beni comuni che attraversano questo paese è ricca di territori in lotta. E se a questa mappa dei conflitti visibili sovrapponiamo altre mappe, magari composte da pratiche affermative quotidiane, il quadro potrebbe farsi ancora più ricco. Dall’emergere di reti di economia alternativa al movimento della decrescita e della permacultura, da Genuino Clandestino sino a forme di ‘citizen science’ (ad esempio cittadini che monitorano la qualità dell’aria in contesti urbani), e l’elenco potrebbe continuare a lungo, molte sono le pratiche e le buone ragioni che stanno emergendo dentro una scala prevalentemente locale.
Quale potrebbe essere il contributo contadino e clandestino alla costruzione di un movimento ecologista? Parliamo a partire da una parzialità, quella di GC, che in questi anni è stata capace di fare un’altra agricoltura, di praticare forme di autodeterminazione alimentare, di inventare forme di autocontrollo sanitario – la garanzia partecipata – e di sperimentare grazie ai mercati nuove relazioni tra produttori e coproduttori, tra città e campagna. Non è poco. La sfida di fare movimento, di organizzare protagonismo sociale di una minoranza che però si pensa ed agisce come una minoranza attiva, capace di incidere, di organizzare territori di resistenza e di aprire percorsi di lotta ci spinge a fare un passo in avanti. Si tratta a nostro parere di provare a capire, territorio per territorio, se ci sono le possibilità di articolare momenti di incontro, conoscenza reciproca e convergenza tra realtà diverse e plurali. A partire dagli strumenti di cui già disponiamo – i nostri mercati quali luoghi di produzione di cultura e informazione, il nostro sito come luogo di circolazione di idee e prospettive, le nostre assemblee quali luoghi di discussione politica – o se necessario inventando altri strumenti di intervento politico, ci sembra importante avviare spazi di confronto tra molti e diverse, campagne e mobilitazioni attorno ai temi ecologici. Quando parliamo di tematiche ecologiche lo facciamo a partire dalla consapevolezza che, nel mezzo delle trasformazioni del capitalismo contemporaneo, non sia possibile pensare ecologia ambientale ed ecologia sociale come due ambiti separati. Per dirla con Felix Guattari, parliamo di ecologia ambientale, di ecologia sociale e di ecologia della soggettività come terreni che continuamente si compongono l’uno sull’altro.
Quando pensiamo a quello che non c’è, ad un movimento ecologista, lo immaginiamo certamente a partire dalle pratiche dell’autorganizzazione e della democrazia di base. E lo immaginiamo anche a partire dall’esperienza transfemministaqueer di Non Una Di Meno, un movimento capace di fare tesoro delle tante parzialità che lo animano, e al contempo capace di costruire linguaggi e obiettivi comuni quanto giornate di mobilitazione. E’ un esempio che ci è caro, che in qualche modo ci illumina la strada, lenta e non priva di complessità, di costruzione di un nuovo protagonismo largo, inclusivo, aperto e capace di pensare la confluenza, la combinazione e l’alleanza come elementi vitali e decisivi in questa fase politica.

Crediamo che questo tavolo possa essere una buona occasione per confrontarci a partire da ciò che nei territori avviene, e anche un’occasione per dare potere alla nostra immaginazione politica. In questo senso, prima di tutto, speriamo che questo possa essere un tavolo germinale. Inoltre, a partire da un confronto collettivo su queste proposte, riteniamo utile provare a lavorare nei prossimi mesi alla stesura di un testo, di un manifesto ecologista, a partire dal quale organizzare momenti di confronto e prospettiva con tanti e diversi.

FORMAZIONE

Referente: Niccolò

In continuità con i tavoli Formazione di Bologna (aprile 2017) e Fabriano (ottobre 2017), a Mondeggi quaglieremo il lavoro svolto dalle reti territoriali in questi 6 mesi e si dibatterà su come sviluppare tali informazioni, partendo da alcune esperienze pilota (la scuola contadina) e da alcuni presupposti emersi nei precedenti nazionali.
Secondo quanto già definito, GC ambisce a un’uniformità di pratiche e vuole costruire temi comuni di formazione, in tutte le sue sfumature, ovvero formazione interna (autoformazione), esterna (divulgazione e formazione sulle coscienze), politica (applicabile a livello interregionale), tecnica (più legata ai territori)… Essendo però importante riconoscere e rispettare le differenze/esigenze territoriali, c’è bisogno che ogni rete coltivi gli input formativi ad essa più congeniali (gruppi esterni, altre reti, facilitatori, mondo accademico, esperienza, ecc) e che attraverso un’autoanalisi delle proprie necessità e delle proprie vocazioni si arrivi passo dopo passo alla generazione e condivisione di tali basi e pratiche comuni, che non siano state calate dall’alto ma definite dal particolare al generale (es. macrotemi formativi sui quali definire campagne semestrali/annuali a livello nazionale/transnazionale, vademecum e pubblicazioni tecniche e tematiche sui risultati della condivisione delle esperienze interregionali, raccolte delle memorie storiche delle reti, ecc).
Per far ciò è stato reputato essenziale conoscere gli apporti formativi che può dare ogni rete e gli ambiti in cui, al contrario, ogni rete è carente (ed è qui dove il tavolo Formazione dovrebbe incontrare il Mutuo Aiuto), e come principale metodologia per sviluppare ciò è stato avviato un “censimento formativo”, compilato da ogni rete, che a partire da 4 domande evidenzia competenze e lacune territoriali.
Fine ultimo di questo processo: conoscere le altre reti e sviluppare la capacità di autovalorizzazione, autoaffermazione e autocritica costruttiva, come primo passo verso la creazione di legami mutualistici e verso la definizione di ambiti formativi che possano essere sviluppati a livello più ampio.
Approfondimento: La scuola contadina proposta da Mondeggi, che ha avvicinato molti di coloro che erano timidamente sulla soglia di una “riconversione ecologica”, è uno dei tanti esempi di formazione autogestita e accessibile che è nata dalla consapevolezza di avere delle competenze tecniche e tematiche ben delineate e di volerle condividere sia verso l’interno che verso l’esterno. Ci soffermeremo sul senso, utilità e ruolo di questa scuola e sui come sarebbe possibile replicarla.

LIBERE TRASFORMAZIONI

In autogestione

MUTUO AIUTO

Referente: Francesco

Alla luce di quanto emerso dopo l’incontro nazionale di Fabriano, il tavolo di Mutuo Soccorso si trova ad un bivio, se preso in analisi alla stregua dell’intero movimento di Genuino Clandestino. Laddove a livello locale, all’interno delle singole reti territoriali di relazione e di lavoro, esistono e vengono ogni giorno consolidate pratiche ed interventi solidali, se volessimo parimenti prendere in esame una scala macro-territoriale, l’ingranaggio non ruota. Non è secondo noi un demerito di qualche individualità che viene meno ad impegni o responsabilità assunte, quanto piuttosto un costante ricadere in dinamiche già prese in considerazione sia nel famigerato domandone, sia nei precedenti incontri preliminari a quello nazionale: quanto sia utile e quanto sia necessario un movimento nazionale. E di nuovo: quanto noi siamo soddisfatti di ciò che si ha ottenuto? Quante famose energie si possono nuovamente investire in attività che non hanno immediato esito, che non riguardano direttamente i nostri territori? Perchè, alla luce del percorso fin qui svolto, o ci si trova davanti all’emergenza (in cui sì, si mobilitano individui e reti), o quotidianamente si lavora su altri piani.
Oggi la proposta di questo tavolo si sviluppa quindi in una dimensione più teorica: quali strumenti possiamo sviluppare per sottolineare la componente mutualistica di Genuino Clandestino? Di quali mezzi è necessario dotarsi fra territori per riuscire a collaborare? È possibile lavorare in sinergia con altri gruppi (Comunicazione, ad esempio) per elaborare racconti e attraverso l’informazione costante dare un segnale forte di ciò a cui vorremmo mirare? O, al contrario, si ritiene soddisfacente far entrare in uno stato di “letargo” questo gruppo di lavoro, questo tavolo tematico, fino ad una contingenza realmente significativa?

NUOVI SCHIAVISMI

Referente: Tonino

Il tavolo è aperto alle reti/singoli che hanno attivato progetti con i migranti : economici-culturali-politici-artistici.
Vorremmo condividere le conoscenze e le esperienze, dibattendo sulle forme di alleanza con le comunità migranti e sulla Ri-definizione di cittadinanza, cogliendo i processi migratori come elementi di riflessione ed azioni, come opportunità di cambiamento in ambito rurale ed urbano. Ci poniamo la domanda : in che modo le pratiche e i progetti di mutuo soccorso possono essere strumento di lotta contro il razzismo e lo sfruttamento?
Lanciamo una proposta: progettiamo economie solidali, filiere etiche, attraverso l’accoglienza e l’inserimento lavorativo dei migranti.

PREPARAZIONE PER SINGOLI E NUOVE RETI

(INCLUDE GARANZIA PARTECIPATA, nel caso ci fosse l’esigenza possiamo tenere separato il tavolo della garanzia partecipata)
Referenti: Alessio e Tiziana

Questo tavolo nasce per far fronte ai tanti singoli che vengono a curiosare durante la tre giorni per capire cos’è genuino clandestino e alle nuove reti che hanno bisogno di capire come risolvere i principali problemi che si presentano all’inizio. Attraverso una panoramica del percorso di G/C e della situazione attuale, dell’esperienza di altre reti e delle nuove esigenze, si parlerà e discuterà di come organizzare nuove reti (strumenti utili, burocrazia, errori comuni, ecc) e di come sviluppare e promuovere nuovi mercati.

Alcuni degli strumenti di cui si parlerà, utili per creare reti attive e durature, sono la garanzia partecipata, gli incontri nazionali e le reti territoriali.

 

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