maggio 2012 PUGLIA – i resoconti
RESOCONTO TAVOLO MERCATI – CONTROLLO PARTECIPATO – SBARCHI IN PIAZZA
genuino clandestino Puglia maggio 2012
presenti: Res Sud, arcipelago Siqillyah, La Ragnatela Autoproduzioni Napoli, gruppo permacoltura Sicilia, Movimento Terra Puglia, gas Nuoro, BioSardinia, mercatobrado Terni, agricoltura bene comune Lecce, Urupia, gas Molfetta, gas Perugia, Terraterra Roma, Terrafuorimercato Perugia , Il Pagliaio Firenze, CampiAperti Bologna
presentazione delle nuove realtà. domande emerse nel corso della presentazione:
Francesco di La Ragnatela dice che insieme al Des, con cui organizzano 5 mercati al mese in 5 piazze, hanno iniziato a fare le visite in azienda. Quali sono i criteri delle visite?
Elena del mercatobrado di terni dice che con un gas in Sabina hanno iniziato ad organizzare un mercato settimanale nell’azienda di un’amica. E’ però piuttosto chiuso. E il problema è il rischio che questa persona corre. Hanno aperto un’associazione culturale per tutelare i soci ma come si potrebbe fare per iniziare a fare un mercato in Piazza? Come tutelare i produttori che non ahnno partita iva su pubblica piazza?
Carlotta di Urupia chiede come è praticabile il controllo partecipato su un territorio così vasto come la Puglia
Antonio, dalla Sicilia, chiede come sarebbe possibile utilizzare prodotti genuini clandestini nelle ristorazione
Ruben, di permacoltura Sicilia, dice che a Ragusa hanno iniziato con un mercato genuino clandestino ma hanno problemi di competizione interna tra i produttori. Come si gestisce la competizione?
Mimmo di Movimento terre: come si possono trovare nuovi produttori per i mercati? Se i mercati non hanno abbastanza varietà di offerta rischiano di essere poco frequentati e i nuovi produttori dopo tre volte che non vendono se ne vanno.
Le risposte sono arrivate da varie realtà che hanno partecipato ad altri incontri di genuino clandestino.
Marco di Orvieto, allevatore, dice che gli strumenti che le realtà si sono date per i mercati e il controllo partecipato sono già un buon riferimento per tutti gli altri. Per andare nelle pubbliche piazze invece ci vuole un’alleanza tra produttori e cittadini per liberare degli spazi. E’ importante avere una rete più diffusa.
Michela dice che sul blog di genuino clandestino ci sono i resoconti dei tavoli tenuti a Bologna a Ottobre 2011, che sono delle mini-guide per i mercati e il controllo partecipato.
http://genuinoclandestino.noblogs.org/post/2011/11/11/aprire-un-mercato/
http://genuinoclandestino.noblogs.org/post/2011/11/11/lautocertificazione-partecipata/
Rossana di terra terra racconta come è nata la loro realtà. All’interno del centro sociale Forte Prenestino, quindi in un luogo tutelato. Il problema era che all’inizio ci venivano solo le persone vicine al centro sociale. Ma ora ci vanno anche persone che non sarebbero mai entrate al Forte. Oggi terra terra fa sette mercati mensili in sette piazze di Roma. Chiunque produce anche se non è azienda agricola può vendere ai mercati. Terraterra ha abolito il termine biologico. L’autocertificazione partecipata in terraterra funziona come autocontrollo reciproco. Chi vuole partecipare ai mercati compila le schede con cui aderisce al progetto di terraterra e alle sue regole. C’è uno scambio di conoscenze reciproco. Per le visite in azienda, dividono le visite in zone. inoltre ogni banchetto al mercato invita le persone nella propria azienda.
A proposito della domanda sull’uso dei prodotti genuini clandestini nella ristorazione, Rossana dice che lei vende ai macrobiotici anche senza essere certificata da nessun ente riconosciuto.
Per aprire nuovi mercati è meglio iniziare in un’area protetta. Per creare una rete che divenga abbastanza solida da poter poi contrattare per uscire in Piazza.
Lei e Cesare a Oriolo hanno deciso di iniziare un’esperienza di mercato contadino secondo i principi di terraterra e genuino clandestino. Per farlo hanno preso l’elenco telefonico, cercato le aziende agricole, e le hanno chiamate una ad una. Sono riusciti a coinvolgere una quindicina di aziende locali su sessanta. La prima volta Rossana aveva inviato 500 lettere per l’invito ad una assemblea ed ha ricevuto 5 risposte. Ha capito allora che era necessario il contatto diretto, l’incontro faccia a faccia, presentando un manifesto con i propri intenti. Sono gli stessi agricoltori coesi che presentano la domanda al Comune. Hanno anche accettato un convenzionale a patto che lo comunichi chiaramente ai mercati, sperando che con il tempo si converta. Infatti, ad esempio, il Consorzio agrario vicino a casa di Cesare e Rossana non vende più prodotti chimici per la terra. Rossana poi fa corsi di formazione per fare i conservati in casa (sottoli, sottaceti).
Hanno consegnato il progetto trasparente al Comune, dichiarando tutte le proprie regole (tra cui il fatto che non necessariamente tutte sono aziende agricole, che verranno venduti trasformati non a norma, che le aziende non sono certificate bio ma praticano il controllo partecipato, che ognuno può vendere solo quello che produce) e il Comune ha accettato. anzi, ha addirittura chiesto se possono aprirsi anche agli orti degli anziani. Dovrebbero iniziare con il mercato il 23 giugno. Se riuscissero, sarebbe un importante esempio per tutte le realtà che stanno cercando di organizzare mercati in Piazza.
Il Pagliaio a Firenze organizza due mercati genuini clandestini. Da due anni hanno avviato un percorso per il controllo partecipato con i gruppi di acquisto e i clienti dei mercati. Fissano delle domeniche in cui vanno a trovare le realtà nuove, la mattina lavorano insieme e poi si pranza nell’azienda. Hanno anche avviato un progetto che chiamano AIUTO CONTADINO. Tutti i giovedì vanno da un contadino per aiutarlo e lavorare insieme anche co-produttori e non solo contadini. I panai abusivi poi , che fanno il pane con i grani antichi hanno ricevuto degli avvisi da parte delle forze dell’ordine. Hanno quindi pensato all’escamotage di dichiarare che tutto il pane viene cotto nell’unico laboratorio a norma di uno dei produttori. In questo modo si tutelano.
Michela di CampiAperti spiega come pratica il controllo partecipato l’associazione. Ad ogni richiesta di partecipazione al mercato che l’associazione riceve, un gruppo di contadini (tra cui sicuramente almeno uno della stessa tipologia di prodotto) e di co-produttori, accordano una data per la visita. Arrivati all’azienda si chiacchera e si vedono i campi per conoscersi e capire se c’è condivisione di idee e metodi. Chi ha fatto la visita riferisce poi all’assemblea di mercato, che valuta la partecipazione del nuovo contadino.
Spesso succede che c’è paura di competizione da parte dei banchi già presenti al mercato con la stessa tipologia di prodotti. Paura di vendere di meno e veder minacciato il proprio reddito. In questi casi CampiAperti crede che l’apertura sia importante perché a lungo termine gioverà a tutto il mercato, con più offerta più persone conosceranno il mercato.
Certo comunque le decisioni sono sensili al tipo mercato, a che punto è nel suo insediamento nel quartiere, quanto è conosciuto ecc…
Per quanto riguarda invece la competizione sui prezzi, un anno fa’ l’assemblea degli ortolani ha stilato un listino prezzi, con un range per ogni prodotto. Questo per evitare che chi ha tanto quell’anno abbassi il prezzo e nuocia a chi è stato meno fortunato con quel prodotto, o che chi arriva prima con alcuni prodotti alzi il prezzo.
Mimmo di Movimento Terre dice che Movimento Terre ha trovato una modalità per l’autocertificazione partecipata che consiste nel tenere le assemblee periodiche nelle aziende agricole, in questo modo il gruppo si rafforza. La prima l’hanno tenuta a Matera.
Alessandra di Permacoltura Sicilia, Siqillyah e res sud, dice che per il problema che esponeva all’inizio Mimmo circa i produttori che se non vendono non vengono più, bisognerebbe sottolineare l’importanza sociale del mercato oltre allo sbocco commerciale. Per quanto riguarda invece la competizione Alessandra dice che a Ragusa i produttori degli stessi prodotti fanno delle assemblee specifiche per risolvere i problemi. Per quanto riguarda i prezzi nel mercato vorrebbero avere prezzi più bassi che al gas. Hanno quindi scelto l’etichetta trasparente per far scegliere chi compra, che consapevole dei motivi dei diversi prezzi, può scegliere liberamente quale tipo di produzione appoggiare.
Paolo Di Movimento Terre dice che per aumentare la partecipazione ai mercati, cioè per trovare nuovi contadini, dovremmo fare formazione. Come ha Fatto Cesare a Bologna con il corso sui semi. Bisogna fare formazione ai contadini su un nuovo sistema economico, su come fare reddito in un modo diverso.
Per quanto riguarda i criteri su cui si basa il controllo partecipato:
Rossana di terraterra dice che chi fa la visita scrive una relazione e il produttore compila le schede. Chi ha dei lavoratori deve dimostrare a terraterra che gli paga i contributi, e i lavoratori devono partecipare alle assemblee.
Michela di CampiAperti dice che i criteri dipendono dal regolamento che la realtà che pratica il controllo si è data. Per CampiAperti ad esempio sono il biologico e il fatto che ciascuno venda solo ed esclusivamente prodotti propri.
Per quanto riguarda la tutela di chi non ha partita iva e vuole fare un mercato su pubblica piazza:
Rossana di terraterra spiega che con la realtà che hanno creato ad Oriolo: Cicampo, hanno sottoposto al Comune la normativa Cee, il decreto di Bolzano e quello veneto. Per portare esempi in cui è possibile la vendita diretta di prodotti e trasformati anche da parte di chi non ha partita iva e non ha un laboratorio a norma. Il Comune di Oriolo ha accettato questa proposta, in cambio ha chiesto che Cicampo contribuisse all’educazione nelle scuole. a breve dovrebbe uscire una delibera in cui il Comune accetta queste condizioni. I Comuni possono accettare la normativa europea. Devono controllare entro un mese che le cucine delle aziende agricole siano dei luoghi adeguati alla trasformazione.
Michela di Movimento Terre dice che un consigliere comunale si è dimostrato disponibile a proporre una legge regionale per la libera trasformazione e vendita dei prodotti. Come possono procedere?
Michela di CampiAperti spiega che in Emilia Romagna il passato inverno è nato il coordinamento per l’economia solidale. Vi fanno parte molti gas, CampiAperti, le botteghe eque e solidali ed altre realtà. Il coordinamento è nato dalla volontà dei gas che hanno rifiutato la legge proposta loro dalla regione, ed hanno risposto con una proposta che sia utile a tutte le realtà che praticano economia solidale. A luglio ci sarà un’udienza conoscitiva con la regione in cui verranno avanzate le proposte, tra cui quella per una legge sulla libera trasformazione contadina.
SBARCHI IN PIAZZA:
Alessandra spiega come sono nati gli sbarchi in Piazza: già molti prodotti del Sud arrivavano ai gas del Nord ma questo flusso non aveva visibilità. Allora ci si è chiesti come fare per rendere questo scambio più visibile. Per far nascere nuovi gruppi d’acquisto al Nord e per coinvolgere più produttori del Sud nella vendita.
E’ nata così l’idea degli sbarchi in Piazza, cioè delle consegne dei prodotti nelle piazze. Così da creare momenti di scambio e socialità. In alcune piazze dove è avvenuto uno sbarco sono anche nati dei mercati. Alcuni dei prodotti sono stati pre-ordinati dai gas, altri vengono venduti al momento.
Il pagliaio e Terraterra chiedono quali sono i criteri di controllo dei produttori per gli sbarchi in Piazza.
Alessandra risponde che il primo criterio è quello della partecipazione, tutte le realtà del Nord consultano il sito di res Sud e contattano direttamente i produttori appartenenti alle galline felici o ad altre realtà che effettuano i controlli.
Mimmo Perrotta dice che una delle cose più difficili da controllare è lo sfruttamento della manodopera
Michela di CampiAperti riferisce una riflessione fatta da CampiAperti a proposito degli sbarchi in Piazza:
gli sbarchi sono sicuramente un buon metodo per trovare mercato agli agrumi e ad altri prodotti che il Sud ha in sovrabbondanza e non riuscirebbe ad assorbire con la domanda interna. Ma questa modalità non dovrebbe offuscare una riflessione che l’agricoltura meridionale dovrebbe fare: ossia la monocoltura e i suoi problemi. In Sicilia Michela e Carlo si sono accorti che molti gas non hanno ortaggi, ma invece che svilupparsi tra i produttori una riflessione sulla conversione degli agrumeti, si cerca di vendere anche gli ortaggi negli sbarchi in Piazza. La monocoltura per CampiAperti è una modalità di fare agricoltura fallimentare, che oltre a nuocere alla terra, non consente ad un territorio di provvedere alla sua sussistenza, ma lo mette in una relazione di dipendenza con altri. Territori che da secoli sono stati pianificati a monocoltura dovrebbero essere pian piano implementati o sostituiti con altre colture. Questo è qualcosa che sicuramente necessiterà di moltissimo tempo, ma ciò non toglie che una riflessione è giusto che ci sia.
Alessandra risponde che una riflessione sulla monocoltura in Res sud non c’è stata ma in Siqillyah sì. Dice che capita che alcuni che hanno gli agrumeti danneggiati, li espiantano per mettere altri agrumi e conferma che molti gas non hanno verdura. Secondo Alessandra la spinta alla riflessione deve venire dai gas, perché finchè i gas chiedono solo agrumi è naturale che si piantino agrumi.
RESOCONTO TERRA BENE COMUNE
BrainStorming:
- Ripristino Cassa Depositi e Prestiti per il finanziamento delle opere e dei servizi
- Credito Sociale: interventi funzionali all’interno di un comune ad opera di un’associazione , generano un vantaggio alla comunità e un riconoscimento da parte delle istituzioni.
- Intervento con azioni per sensibilizzare la cittadinanza all’accesso alla terra:
-orto comune
-SIP (Sbarchi in Piazza)
- Valorizzare tutte le terre, anche gli spazi pubblici come bene comune e Riabitandoli
- Interazione con le scuole
- Esperienze sul territorio: Terre civiche (comodato ad allevatori), contratto d’affitto, azionariato popolare
- Un incontro al mese in piazza
- Acquisire il metodo..formazione
- Pezzo di terra dove incontrarsi, da ripopolare, e realizzare un Vivaio
- Rete Regionale incontrarsi 1 volta al mese..partecipa un referente per associazione
- Creare un centro di documentazione delle attività, svolte dalle associazioni, sul territorio.
- Avvocati di riferimento
- Modificare la terminologia
- Manifesto?
Bologna: azionariato popolare (comprare/comodato)
Ragnatela: occupazione
Udine: Affitto per 20 anni
(il comune chiede allo stato un comodato)
Proposte:
- “La terra che racconta la sua storia “
- Migliorare la struttura di comunicazione del G.C.
Iniziativa nazionale che ci raggruppa tutti (denuncia alo stato perché vuole vendere)
- Il Genuino Clandestino è un Eucratico evento..l’autoproduzione genera un equilibrio tra il bello e il buono e mette gli individui in relazione alla propria responsabilità, diventando da proprietari a custodi e dando vita alle Comunità Locali….valorizzando i beni Relazionali
Puliamo i fiumi!!!
- Interlocutore: le istituzioni..proposta popolare di una delibera.
ESEMPIO DELL’EMILIA ROMAGNA SULLA TERRA BENE COMUNE
Dopo che era uscita una proposta di legge per regolamentare i GAS.. Si è unito il coordinamento di economia solidale e Gas, per bloccarla…e da lì hanno chiesto anche di bloccare la vendita delle terre demaniali e a uso civico. CE L’HANNO FATTA!!!
LEGGE SULLA TRASFORMAZIONE A BOLZANO
Ispiriamoci!!!
Obbiettivi:
-No alla vendita delle terre demaniali
……poco si è mosso…NUOVA STRATEGIA
Iniziare a essere più positivi e propositivi!!….SI!!!
30 Giugno faranno il censimento delle terre demaniali e solo se saranno superiori a 100.00e ne sarà pubblicizzata la vendita
NUOVA STRATEGIA:
- 25 Giugno Invio delle cartoline in massa
- 28 Giugno dalle h: 10.00/11.00 CAKE MOB
ognuno porta una torta da regalare per strada…
Roma: davanti alla presidenza del consiglio
Resto d’Italia davanti alla Prefettura
Parteciperanno varie associazioni sul territorio..che forniranno poi uno sportello d’ascolto per le settimane e mesi successivi.
- Raccolta FIRME..sempre e ovunque..mercatini..feste..scuole..
- Terra Bene Comune (con la proposta Emiliana + Toscana..referenti CAMPI APERTI!)
- Autocertificazione rifacendosi alla proposta di Bolzano (Referenti TERRA TERRA)
- Mappatura del Genuino Clandestino
- GAS nelle Marche 22/23/24 Giugno..Chi va??
- Le associazioni sul territorio si organizzano per fare Orti Cittadini e sbarchi in Piazza
CI SI AMO
TANTI UNITI E DISTANTI PER UN SENTIRE Più PROFONDO
FacciAmoci Avanti
Positivi e Propositivi
RESOCONTO TAVOLO SEMI
presenti: Cesare Frabetti, Giovanni Pandolfini, Maurizio Fadda (Ass. Biosardinia), La Ragnatela Autoproduzioni Napoli, Urupia, Terraterra Roma, Corrado Lazzizera (Molfetta), 3 agricoltori della Rete di cui non conosco il nome……
presentazione delle nuove realtà.
Cesare ha fatto il punto della situazione in Italia e nella Rete di Genuino sui semi, chiedendo ai presenti come potremo organizzare lo scambio, la conservazione e la riproduzione dei semi all’interno della Rete.
Ci sono vari interventi che propongono come gestire questi aspetti:
- Una azienda che funga da vivaio per tutti i contadini della rete
- Ogni contadino riproduce i suoi semi e li distribuisce a chi glieli chiede, nelle quantità che può, oltre alle normali produzioni aziendali.
Cesare e Giovanni sostengono che le quantità di seme da produrre e distribuire agli agricoltori devono aumentare poiché sono assolutamente insufficienti ora per semine su superfici importanti. Entrambi si soffermano sulle caratteristiche utili di alcune varietà che utilizzano loro in azienda, come un Aglio molto conservabile, una Lattuga Romana resistente ai rigori invernali, dei pomodori particolari.
Lazzizera racconta di come ha recuperato dopo lunghe ricerche il legume Roveja.
Fadda racconta dei fagioli antichi della Sardegna e di come si siano costituiti soprattutto nei comuni dell’interno, una ventina di Comitati per la tutela della Biodiversità, uno per ogni paese, che fanno divulgazione e ricercano e conservano in parte semi di varietà orticole e piante da frutto antiche; e si sta cercando anche di metterli in rete in un qualche modo. Alcuni di questi fagioli Sardi, che aveva portato con sé, Fadda li distribuisce ad alcuni contadini della Rete.
Qualcuno dei contadini presenti chiede a Cesare indicazioni e consigli tecnici e operativi sul come riprodurre e conservare i semi di varietà interessanti. Sia Cesare che Giovanni si prodigano nel soddisfare le loro curiosità e nel mentre mettono in evidenza le difficoltà e le criticità del dover produrre quantità discrete di sementi utili per i contadini della Rete, raccontando le loro esperienze nelle loro aziende.
Fadda chiede in che relazione si pone Genuino Clandestino nei confronti di Rete Semi Rurali e Civiltà Contadina, associazioni ben organizzate in Italia che da ani si occupano di salvaguardare la biodiversità agricola Italiana. E Cesare comunica che ci sono delle difformità nell’approccio ideale verso la tutela e diffusione della biodiversità agricola delle campagne.
Si discute ancora sul come mettere a disposizione dei contadini della Rete di GC le sementi e varietà che alcuni di essi hanno, in maniera rapida, efficiente e gratuita. Alcuni li distribuiscono già come Cesare e Giovanni, ma in maniera non organizzata e in quantità spesso insufficienti per gli agricoltori.
Si evidenzia quanto sia importante per un contadino degno di questo nome e per raggiungere la sovranità alimentare, che più contadini possibili abbiano le loro sementi e che queste possano girare liberamente soprattutto verso quegli agricoltori giovani e che si avvicinano da poco tempo alla Terra, per non rimanere legati solo alle Ditte sementiere e ostacolare la diffusione degli OGM.
Tutti siamo d’accordo sullo svolgere dei seminari sulla riproduzione e conservazione di semi interessanti per contadini e chiunque voglia partecipare, che saranno tenuti da Cesare che si rende disponibile a ciò.
Mentre non tutti sono d’accordo su una proposta di Fadda che propone di far riprodurre delle varietà di sementi anche da cittadini nei loro terrazzi, dove possono garantire il necessario isolamento delle varietà coltivate evitando la contaminazione con altre varietà con cui potrebbero incrociarsi in un azienda agricola; anche se ci sarebbe il problema delle piccole quantità di seme ottenibili e del doversi fidare a consegnare loro varietà di notevole pregio agricolo. Ma Fadda mette in evidenza quanto questo sia coinvolgente e concreto per la gente (per lo meno sulla base della sua esperienza in Sardegna) e di considerare il notevole effetto divulgativo di questa azione sulle tematiche della Rete Genuino clandestino nella gente delle città. Magari questa azione si potrebbe portare avanti consegnando ai cittadini sementi di varietà di non particolare valore agricolo.
Fadda sostiene ancora che i contadini, anche se più competenti sui semi, hanno difficoltà di tempo e organizzative a occuparsi anche di riprodurre le sementi, anche perciò propone di appoggiarsi a cittadini e/o associazioni nell’ottica del “coproduttore”.
Proposte finali del Gruppo di lavoro all’assemblea generale di G. Clandestino:
- Effettuare due seminari di un week end sui semi, tenuti da Cesare Frabetti, da Gennaio ad Aprile, in diverse zone d’Italia. Aperti a tutti coloro che vorranno, contadini e cittadini.
- Effettuare una mappatura in tutta Italia delle varietà con caratteristiche utili e/o interessanti per i contadini della Rete ed eventuali quantità di semi disponibili per lo scambio o la cessione gratuita e le modalità di spedizione o consegna (non si è individuato chi si dovrebbe occupare di questo compito).