Cronaca di una Milano militarizzata

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16 Gennaio 2015, il Teatro contadino libertario parte di buon’ora alla volta di Milano; obbiettivo partecipare alla due giorni NoExpo dando il nostro contributo (lo spettacolo) e rimanendo anche il giorno dopo all’assemblea nazionale di tutte le realtà e i movimenti che lottano contro l’ennesima buffonata, La grande vetrina dello sfruttamento umano, della Terra ecc.
Invitati dai collettivi universitari eravamo ben lieti di condividere con loro il nostro e il loro lavoro.
Ma i grassi e sporchi poteri milanesi, le sue decrepite istituzioni, arroccate oramai nei “propri” ( come credono loro) palazzi hanno pensato bene di non voler permettere tutto questo.
Non si può criticare Expo, non si può portare alla luce ciò che effettivamente Expo è. Non si può permettere che in una università (la Statale) si esprima liberamente il proprio pensiero!!!
alla faccia dei loro ipocriti proclami
La Statale è stata blindata per tre giorni!!! Fuori tutti; studenti, lavoratori, professori, più di ventimila persone cacciate fuori, pur di non far esprimere il dissenso. Hanno paura! Paura di uno spettacolo teatrale, di una assemblea!
Le settimane di lavoro dei collettivi per rendere le due giornate; due belle e interessanti giornate ( ci avevano allestito una vera e propria scenografia per lo spettacolo! ) sequestrate dentro l’università.
La loro vera faccia si manifestava così: un luogo del sapere presidiato dall’ignoranza armata.
Vi è un solo motivo per non permettere ad altri di criticare le proprie azioni, ed è quando non possiamo controbattere, quando sappiamo già quanto queste sono sporche, e l’unico scopo e non farlo sapere agli altri.
saltato tutto dunque? Neanche per sogno! In poco più di 5 ore è stato occupato un nuovo spazio, riorganizzato tutto, e svolto il programma prefissato.
Abbiamo fatto il nostro spettacolo, i tavoli di lavoro, l’assemblea.
Non si può fermare la realtà, la si può mistificare, nascondere e perfino reprimere, ma non la si può fermare.
avremo sempre 10,100,1000 idee avanti a voi.
Voi continuate pure a “giocare” con i vostri soldatini.
Noi ci costruiamo un futuro; per noi, per i nostri figli/e.
E nel nostro futuro la vostra arroganza, il vostro gretto potere, le vostre faccie non sono contemplate.

Teatro Contadino Libertario

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