CARTA DEI PRINCIPI

Nota Introduttiva :

Nella complessa vicenda dei rapporti pubblico/privato ed in particolare delle concessioni di gestione delle terre pubbliche, emerge la necessità di un riconoscimento del valore comunitario e sociale dei Beni Pubblici. Di fronte all’eventualità di una vendita dei patrimoni Pubblici si può valutare come l’alienazione dei beni, che avviene generalmente sotto costo, sottrae per sempre questa risorsa alla collettività senza fruttare che miseri introiti di immediato consumo. Viceversa la possibilità di un uso sociale e appropriato dei Beni da parte di strutture responsabili e organizzate allo scopo garantisce da un lato la conservazione dei beni non onerosa per l’Ente Pubblico con notevoli risparmi per l’Ente proprietario e dall’altro diventa fonte di lavoro e di produzioni qualifcate e più che altro diviene la struttura che promuove il lavoro per molte persone. Dunque, mentre la vendita del Bene comporta solo un vantaggio monetario di scarso rilievo e un depauperamento della collettività, un uso sociale comunitario delle Proprietà Pubbliche produce lavoro e garantisce il presente ed il futuro del bene stesso. Questa evoluzione della proprietà pubblica in termini di nuova economia gestionale comunitaria produce eco servizi quali: alimentazione, educazione, accoglienza e turismo amichevole, ricerca e sperimentazione culturale e scientifca, e può essere immediatamente avviata senza bisogno di modifcazioni del quadro legislativo. Ricorrendo infatti a strumenti innovativi già praticati in Italia e in Europa in particolare i Contratti di Fiume e di Paesaggio e a strumenti tradizionali quali i Piani di Valorizzazione in termini partecipativi delle Terre di uso civico, si può pensare ad afdamenti a gruppi sociali autogestiti di terre e beni pubblici assunti in quanto patrimonio comunitario, sulla base di programmi e di statuti concordati e predisposti dai gruppi suddetti, in riferimento ai beni stessi che sono stati preventivamente individuati nelle loro caratteristiche identitarie, sia dall’Ente che dai gruppi stessi. Tutti questi aspetti e queste relazioni ed impegni reciproci convergeranno opportunamente in un Contratto di Gestione Comunitaria dei Beni Pubblici, sulla base di Programmi di Gestione con scadenze defnite, rinnovabili. Allo scopo si individua nella Proprietà Pubblica di Mondeggi un Patrimonio Comunitario di uso e gestione sociale e civica da condurre secondo regole di manutenzione e promozione del Bene nella sua integrità paesistica (ambientale, storica, di vita e fruizione sociale). Tutto ciò nel rispetto delle caratteristiche originarie del paesaggio agrario della tradizione toscana e sulla base di Statuti e Programmi Partecipati -autoprodotti e autogestiti- per promuovere nuove modalità di lavoro e di circolazione comunitaria del Bene Comune, del Territorio e dei suoi prodotti e valori. Questo obbiettivo e questa formulazione non esclude che possa esservi una formula di patto preliminare che preveda una modalità di aftto simbolico delle terre e degli immobili.D’altra parte il modello sopra proposto potrebbe assumere valore nazionale per altri casi di Proprietà Pubblica e potrebbe essere visto come attività progressiva verso il Bene Comune.

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